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Movimento di chi si esprime attraverso l’arte guardando oltre l’umano in una ricerca inesauribile dell’essere UOMO.

Il primo “Visionista” fu V.G. la cui vita è stata una continua ricerca espressa nell’opera artistica che pone al centro l’essere UOMO.

V.G. aveva visto da vicino il disfacimento fisico e morale dell’UOMO durante la guerra ed era alla continua ricerca di quell’uomo perduto, come un moderno Diogene con la lanterna nell’anima, uno spirito mosso dal bisogno di esorcizzare una realtà che non sopportava, un visionario (Il Visionario, 1978, inchiostro su cartoncino).

V.G. era un sopravvissuto che aveva ancora una profonda fiducia nell’essere umano.

La sua produzione, in gran parte popolata da volti, ispira l’osservatore attento suscitando impulsi creativi e nuove visioni che possono manifestarsi nei vari campi dell’arte.

Vincenzo Gardoni (1917-2004), espressionista parmigiano del ‘900, in vita non ha mai pubblicizzato la sua arte.

La rivelazione della sua opera, voluta per la prima volta dopo la sua morte dalle tre nipoti architetti, è il frutto di una appassionata vicenda famigliare intorno ad un lascito poetico.

Dal ricordo del suo lavoro nello studio/laboratorio con le finestre su piazza Steccata a Parma, è nata l’intenzione delle nipoti di continuare la sperimentazione in un nuovo laboratorio che, partendo dall’opera di V.G., produce allestimenti, design e moda proiettando nel futuro i suoi dipinti mediante la loro personale rielaborazione.

Nasce così il VISIONISMO, movimento artistico dei ‘visionisti’: coloro che scoprono l’opera di V.G. attraverso un’azione d’interiorizzazione e si esprimono producendo arte guardando oltre l’aspetto umano con un occhio interiore che ricerca l’UOMO.

Il manifesto del movimento VISIONISTA, pubblicato in occasione del centenario dalla nascita di V.G. (1917-2017), è una chiamata alle armi artistiche per continuare la sperimentazione del laboratorio Gardoni.

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